La stagione 2002 si apre con il sorprendente passaggio di Ricky Carmichael alla Honda.

Dopo 5 anni di digiuno dal titolo, la casa alata vuole riconquistare lo scettro, e non c´è modo migliore che accaparrarsi quello che sulla carta è il pilota più forte, motivato e preparato.

 

Ricky Carmichael, dopo una carriera passata nelle file della Kawasaki, si fa convincere da un ingaggio enorme (2 milioni di dollari a stagione + bonus) creando un turbinio di chiacchiere sulla sua lealtà sportiva, viene visto da molti come “traditore” e opportunista, il ruolo dell´antipatico è aggravato dal fatto che è anche il pilota che ha battuto McGrath, fino ad allora l´unico incontrastato beniamino del pubblico.

McGrath nel 2002 affronta la sua ultima stagione ufficiale (a sua insaputa), partito con propositi di rivincita dopo averle prese alla grande nel 2001 da RC, va incontro alla sua prestazione più deludente.

Attanagliato da problemi cronici agli avambracci (problema mai avuto in carriera e motivato quell´anno forse da un regime di sovrallenamento), non riesce più a vincere una gara, e deve digerire anche l´onta del doppiaggio nella prima di Anaheim.

 

Ricky Carmichael, con uno “zero” alla prima gara per un “capottone” impressionante, si riconfermerà Campione nonostante le critiche, i fischi, i detrattori e un setting della moto davvero singolare!

Con un sag dell´ammortizzatore posteriore esageratamente pronunciato e un manubrio da chopper, sono in tanti ancora che si domandano come sia stato possibile guidare una moto del genere.

Noterete anche lo stile selvaggio di guida del primo Ricky Carmichael (sempre sull´orlo di una caduta imminente), forse aggravato proprio dalla scelta del suo setting. Per la prima volta il Campione dell’anno precedente non applica il #1 sulla moto. Per una decisione di marketing RC tiene il #4,  e questa è la prima vera decisione di marketing identificativo fatta nel nostro sport.

 

David Vuillemin si trovò a condurre il Campionato fino a quando un Carmichael di nuovo in forma e un infortunio al ginocchio non gli privarono quella che forse era più di una speranza di vittoria del Campionato Supercross 2002.

 

Quella di questa puntata di SUPERCROSS CLASSIC è una gara dove Ricky Carmichael dimostrerà perchè diventerà il “The GOAT”. Uno sfoggio di grinta e forza di volontà che abbiamo apprezzato nel corso degli anni. Questa è un po´ anche una gara simbolo, in quanto riavvicinerà il pubblico ed RC4, proprio per il valore dimostrato, niente “chiacchiere e distintivo” ma solo una tenacia degna di rispetto conquistato sul campo.

Un recupero dalla penultima posizione al secondo posto con una moto “svergolata” e la visiera del casco fastidiosamente divelta. Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, ma se ci fosse stato un giro in più, è molto probabile che Carmichael avrebbe costruito un´alta storica vittoria.

Fonseca, Tortelli, Lusk, Ramsey, Vuillemin, McGrath, Roncada e lo stesso RC si alterneranno in una gara mozzafiato, fatta di scambi al vertice, scivolate, cadute: un turbinio di eventi che elegge di sicuro questa gara di Pontiac 2002 come una delle più belle della storia del Supercross.

Da non dimenticare come la vittoria di Ramsey (sua unica vittoria nel Supercross) sia anche la prima della Honda 4 tempi e la seconda vittoria assoluta di un 4 tempi dopo quella di Henry del 1997 che abbiamo visto nella scorsa puntata.

 

Notare come le velocità decisamente minori rispetto al Supercross attuale permettessero delle traiettorie più varie e la minor potenza delle moto valorizzasse meglio il gesto atletico e lo stile di ogni singolo pilota.

La finale è al minuto 34.

 

 

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