Che il popolo americano fosse ultranazionalista, protezionista lo si sapeva da tempo, che nel passato abbia fischiato Jean Michael Bayle, vincitore di un titolo SX, Grant Langston alle prese con Mike Brown al National, Chad Reed vincitore del Supercross nel 2004 è cosa risaputa ma dopo l’ultima azione “sportiva”, il Supercross USA perde la faccia trattando con due pesi e due misure i teams pizzicati ad usare carburanti non conformi. Nel stagioni passate Yamaha e Kawasaki furono sanzionati con squalifica ed estromissione dalla classifica dei rispettivi piloti, per uso di carburante non conforme riaprendo di fatto, nel caso del 2004, con la squalifica a Chad Reed, un campionato 250 ormai già vinto dall’australiano.
Oggi si trova dei cavilli per riportare in alto in classifica un pilota, alle prese con una disperata rimonta per non perdere il titolo: a Ricky Carmichael sono stati restituiti i 25 punti di penalizzazione inflitti dopo la prova di San Diego per uso di carburante non conforme.
Il clamoroso dietrofront arriva appellandosi ad un cavillo burocratico: ora il Supercross USA si chiama FIM World Supercross Championship ed il Team Suzuki, squadra di RC è la prima ad essere pizzicata per uso di carburante non conforme. Il regolamento AMA prevede la squalifica, ma è bastato creare un contrasto di regolamenti ed ecco che la competenza dell’accaduto passa alla FIM. Creato il contrasto, il regolamento da seguire diventa quello FIM, che tramuta la penalizzazione di 25 punti in sanzione di 20.000 dollari che andranno in beneficenza alla clinica Mobile Asterisk.
La situazione che aveva portato RC a ventilare un possibile abbandono del campionato, è stata risolta: come nel 2004 si era tentato di “evitare” che il titolo Supercross cadesse in mani straniere, oggi si riporta in alto in classifica un pilota che non ha certamente bisogno di sconti per vincere, proprio perché in vetta alla classifica si trova nuovamente l’odiato straniero che potrebbe usurpare un americano del titolo Supercross.
Confidiamo un pronto ricorso di Yamaha e Kawasaki, in passato soggette a squalifiche per quel regolamento che oggi sembra aver perso improvvisamente valore. Se faranno ricorso potrebbero passare per anti-sportivi, ma è necessario rifiutare questi giochi di potere in uno sport che è diventato un business miliardario, ma che con queste azioni manovrate a tavolino, ha perso credibilità. E pensare che solo pochi giorni fa Steve Whitelock aveva parlato di correttezza e sportività.
In parole povere, volete correre il Supercross USA ma siete stranieri? State a casa, negli States siete solo considerati invasori e proveranno a non farvi vincere in ogni modo.
Naturalmente questa porcata, rivoluziona gli equilibri e le tattiche in pista, auguriamoci che inizi presto il Mondiale, dove una squalifica non viene poi “aggiustata” a tavolino in base a minacce di abbandono.
W lo sport e W i regolamenti che lo disciplinano.