Ben Townley non sarà al via del primo round del Campionato del Mondo Motocross
Ben, come stai?
Bene e male perchè non posso correre e questo non va bene, però allo stesso tempo è bello tornare con il team. Faccio parte di un team forte e molto affiatato. Ho passato con loro due settimane a Hawkstone Park e in Francia, lavorano molto bene ed il clima all’interno del team è molto positivo. E’ una squadra che può puntare alla vittoria e stare con loro mi ha fatto bene al morale.
Sei tornato in Europa tre settimane fa, cos’hai fatto in questo tempo?
Il mio programma era di tornare un po’ più tardi, ma dopo aver discusso con il team, sono salito su un aereo e sono arrivato per Hawkstone. Ero nervoso perché non conoscevo nessuno tranne Harry Nolte e non sapevo cosa mi attendeva! E’ stato positivo incontrare e parlare con i ragazzi, un bene respirare l’aria delle gare. Dopo qualche giorno in Inghilterra sono stato in Belgio e poi a Marsiglia e ieri sono salito per la prima volta in moto.
Come ti senti?
Ogni giorno meglio. Non ho mai smesso di migliorare la mia condizione dopo gli infortuni, ma serve molto tempo è la prima volta nella mia carriera iniziata 20 anni fa, che ho colpito il capo. Non mi ricordo la caduta, ma era presente mio padre e mi ha detto che la caduta non è stata pesante, ma ho sbattuto la faccia e questo è stato il problema. Mi sono curato sia in Nuova Zelanda che in Francia poi nuovamente a Marsiglia dieci giorni fa, con i migliori specialisti del pianeta. E’ stato importante parlare con loro perché ero abbastanza confuso sulla situazione: mi erano state prospettate diverse opzioni e differenti soluzioni. Ora che ne so di più, penso che alcuni piloti siano pazzi a rientrare così in fretta dopo infortuni al capo se ti rompi un osso, sai che ti ristabilisci in sei, otto settimane, ma la testa è un discorso complicato. Tornando alla domanda, mi sento pronto a tonare in sella, ma è troppo presto per le gare. Sono veramente grato al team che non mi sta mettendo pressioni, che capisce la situazione e si prende cura di me. Ho lavorato duramente nelle ultime sette settimane e sto migliorando sotto ogni punto di vista quindi sono soddisfatto. E’ difficile dire quando tornerò alle gare. Potrà essere tra due settimane o tra quattro o più. Il mio obiettivo era di vincere il titolo, ora che l’obiettivo è sfumato, tornerò quando mi sentirò bene. Nel passato sono sempre salito in moto troppo presto dopo un infortunio ma questa volta voglio rispettare i tempi senza commettere errori. La mia velocità non è in discussione, ora devo però lavorare sulle basi perchè desidero vincere qualche gara prima della fine della stagione.
Cosa dici riguardo ai tuoi avversari dei GP che hai battuto due volte negli USA?
Veramente non mi preoccupo mai degli altri piloti, prendo come riferimento solo i top riders, quelli che possono vincere sempre e per me sono Desalle e Cairoli. E’ stato bello batterli lo scorso anno a Budds Creek e poi a Lakewood, sono state le uniche gare che ho vinto lo scorso anno ed ho vinto davanti a persone americane ed europee quindi per me ha avuto un significato particolare. Penso che la gara precedente che ho vinto è stato nel
Desalle e Cairoli corrono su moto ufficiali, tu no…
Non è un problema, in MX2 sarebbe diverso ma in MX1 ci sono così tante parti speciali da testare che spesso sei confuso. La decisione più importante che ho preso è stato tornare in Europa con la Kawasaki. La moto standard è già performante ed io mi trovo bene. Poi so cosa sono in grado di fare Mitch Payton e Harry Nolte quindi sono tranquillo. L’importante è che le persone che mi circondano sanno dove mettere le mani sulla moto e con Jeremy Fontaine e Yann Lozano sotto la supervisione di Harry abbiamo uno staff molto competente. Sono felice della scelta, so che con Kawasaki Team CLS e Pro Circuit ho fatto la scelta giusta, e torneremo presto!