La stagione 1997 è una stagione ricca di imprevisti e sorprese.
Dopo un quadriennio dominato da Jeremy McGrath su Honda, il 1997 sancisce la prima sconfitta del “King of Supercross”, motivata da diversi fattori, primo tra tutti: il passaggio improvviso alla squadra Suzuki, deciso pochi giorni prima della partenza del Supercross, dopo dissapori contrattuali con la casa alata e un feeling pessimo con la rivoluzionaria (ai tempi) Honda CR 250 con telaio in alluminio.
A dicembre, dopo aver provato le moto a Bercy, McGrath entra in stato confusionale per la sua prima volta in carriera, la moto è a suo dire inguidabile e le clausole del nuovo contratto limitano anche le sue azioni nelle vita privata.
McGrath, dopo aver parlato con la sua famiglia, accetta la scommessa di Suzuki e DeCoster (allora team Manager Suzuki), sebbene le sole due settimane di tempo prima dell’inizio del SX, per mettere a punto la moto siano veramente poche.
La prima gara vede la sorprendente vittoria di Albertyn (Suzuki) e la gara peggiore di McGrath, con una moto non a punto e due incidenti provocati volontariamente da Lamson (Honda) complice di una penosa politica ostruzionistica e antisportiva da parte di Honda.
Il protagonista del 1997 fu Jeff Emig (Kawasaki), che vinse a Las Vegas il suo primo e unico titolo Supercross, dimostrando di essere davvero l´avversario numero 1 di McGrath.
La stagione è piena di sorprese e duelli, con gare che vedono vincitori nomi nuovi e diversi dai soliti ”noti”(per esempio Windham che, pur gareggiando ancora in
La gara di Las Vegas, ultima e decisiva del Campionato, oltre a focalizzare l´interesse sul reale epilogo della stagione SX 1997, vede il debutto assoluto in USA della prima Yamaha YZM
Nonostante l´ottimismo da parte della Yamaha, e le belle cose sentite dire e lette sulla stampa, nessuno aveva ancora visto quel nuovo progetto a 4 tempi in azione.
Il debutto per Yamaha, era una situazione vincente, non c´era nulla da perdere, la moto era un prototipo, se ci fossero stati problemi… era anche una cosa normale: vincere?!?! Non ci pensava nessuno… forse…
La curiosità e lo scetticismo sono le principali sensazioni che trapelano dal pubblico, gli avversari di Henry sembrano neanche considerare seriamente quella moto “massiccia” dal suono inconfondibile: “Troppo pesante”, “poco reattiva”, “poco maneggevole”, questi sono i commenti rivolti a quella che diventerà la moto del futuro, e quella sera protagonista di un´impresa storica.
La pista di Las Vegas si presenta con un terreno durissimo e lucido, condizioni ottimali per l´erogazione fluida di un 4 tempi. Doug Henry, dopo settimane di test, sembra anche convinto delle sue potenzialità, correndo anche in un clima senza alcuna pressione, vista la novità di una moto prototipo che non aveva ancora una linea di vendita. I presupposti potevano essere anche ottimistici, ma di riscontri veri e propri in una disciplina come il Supercross, dove agilità della moto e rapidità d´azione sono caratteristiche fondamentali, non ve ne erano ancora stati.
E poi l´assegnazione del titolo con i 2 pretendenti Emig e McGrath a giocarsela proprio in questa finale, era lo spunto di interesse più importante.
Henry in finale parte primo e nessuno lo vedrà più, vincendo in assoluta supremazia, con un margine imponente entra di diritto nella storia, con la prima vittoria di una 4 tempi proprio nella gara del debutto assoluto.
Emig vince il titolo, ma questa gara decreterà il vero punto di inizio di una nuova era: quella del 4 tempi.
Il via della finale è a 1:08:00, buona visione.
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