Di Offroad Pro Racing.
Saranno gli Internazionali d’Italia ad aprire la stagione 2018 “che conta”: 4 febbraio a Riola Sardo, 11 Febbraio a Noto, 18 febbraio a Mantova.
Queste le domande poste a Tony, dominatore del 2017.
Ciao Antonio, sei riuscito a riposarti un po?
Insomma, mica tanto! Da quando il campionato è finito ho avuto parecchi impegni, dal matrimonio fino alla festa di sabato scorso a Milano per celebrare il nono titolo, passando per il Rally di Monza ed il Memorial Bettega, fino al Motorshow di Bologna. La off season non esiste quasi più, ma non mi lamento, perché in buona parte tutti questi impegni sono la conseguenza delle mie vittorie, quindi diciamo che è il prezzo da pagare.
Il 2017 è stato un anno ricco di soddisfazioni per te: il nono titolo Mondiale, il matrimonio con Jill, se dovessi fare un bilancio di questa stagione? Come la descriveresti?
E’ stato un anno da incorniciare, non c’è dubbio, probabilmente il migliore della mia carriera; è iniziato con la vittoria agli Internazionali d’Italia ed è terminato col matrimonio con Jill. Peccato che al Nazioni le cose non siano andate come volevo, ma per il resto era davvero impensabile fare di meglio.
Hai già ripreso gli allenamenti?
Si, certo, ormai non ci si ferma quasi più, pochi giorni di riposo e poi si deve riprendere il lavoro e tra messa a punto della moto e test dei nuovi particolari, non c’è un attimo di tregua. Un tempo ci si fermava ad ottobre e si riprendeva molto più avanti, oggi non sarebbe possibile.
Raccontaci una giornata tipo di Antonio…
Difficile, non c’è una vera e propria giornata tipo…un giorno ci sono dei test, un altro esco in mountain bike, se c’è una giornata particolarmente bella magari esco in mare, insomma vario molto, sia gli allenamenti, che le attività svolte nel tempo libero. Non ho mai seguito una schema preciso e mi sono sempre affidato alle sensazioni che mi tramette il fisico, anche per non annoiarmi con una rountine troppo stretta.
Il ricordo più bello legato alla tua carriera…
Ce ne sono davvero tanti, dalla prima vittoria in carriera a Namur, nel 2004, alla conquista del primo titolo in Olanda nel 2005, è molto difficile sceglierne uno solo. Mi vengono in mente tante gare speciali, come quella al Nazioni del 2006, quando vinsi contro gli americani con un 250, o quella di Arco di Trento di quest’anno, insomma, un ricordo solo non riesco proprio a sceglierlo.
Propositi per il 2018?
Gli stessi che faccio da molti, moltissimi anni, credo sia abbastanza semplice indovinare quali possano essere…
Come ti senti nei confronti dei giovani presenti nell’MXGP? Sei riuscito a mettere tutti in fila, sembra che tu abbia trovato l’elisir della giovinezza…
Non è un vero e proprio elisir, diciamo che i due anni passati a lottare con gli infortuni hanno contribuito a far crescere in me una grande motivazione e la voglia di far vedere che non ero finito, come diceva invece qualcuno, era tanta. Poi l’esperienza accumulata in quasi 15 anni di Mondiale ha fatto il resto.
Cosa consiglieresti ai giovani che intendono cominciare con il Motocross?
Dipende molto da cosa vogliono fare: divertirsi e fare uno sport bellissimo? Diventare dei professionisti e farne un vero e proprio lavoro? Provare a vincere un mondiale? A tutti direi di divertirsi, sempre, tenendo presente però che è molto importante curare attentamente la preparazione fisica e non sottovalutare i sacrifici necessari ad arrivare davvero in alto. Dedizione e forza di volontà possono portare molto lontano ma costano molti sacrifici.
Antonio ha smesso di sognare?
Mai, anche se sono una persona che ha i piedi ben piantati per terra e non un sognatore, sono piuttosto pratico e pragmatico ma se non avessi creduto nei sogni a 15 anni magari sarei tornato a casa in Sicilia invece di continuare ad insistere con le gare.
Sei consapevole di essere una leggenda?
Non mi definirei una leggenda, sono una persona che ha seguito il proprio sogno fino in fondo, che è stato educato a fare sacrifici, cosa che mi ha consentito di arrivare dove sono oggi, restando quello che ero. Per qualcuno forse sarò una leggenda ma io mi sento davvero una persona normale alla quale piacciono cose semplici, come una partita a pallone con gli amici o un uscita di pesca in una giornata di sole.
Ci vediamo agli Internazionali d’Italia di Motocross?
Certo, ci mancherebbe, gli Internazionali sono un appuntamento fisso che non mi perdo mai e restano il miglior modo per preparare la stagione iridata che inizia due settimane dopo l’ultima gara di Mantova.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato… ed in bocca al lupo per il 2018!