Quando si pensa al Supercross, ci vengono in mente saltoni da paura, whip, scrub, tratti ritmici con doppi, tripli, panettoncini sui quali rimbalzare e tanto spettacolo con sorpassi in aria a velocità pazzesche sugli ostacoli artificiali, sui quali solo pochi piloti al mondo sono in grado di guidare a certi livelli.

Quello andato in scena al Gillette Stadium di Foxborough è, a nostro avviso, uno spettacolo indegno per il nostro sport. Acqua, fango, pozzanghere, fango, acqua ed ancora fango, tanto fango, canali profondi, rampe scivolose, salti impossibili da fare. Una gara di sopravvivenza, tutto l’opposto di quello che ci si aspetta, quando si va a vedere una gara di Supercross!

Ha senso correre quando il tracciato è un mare di fango? Ha senso mettere a repentaglio la sicurezza dei piloti, che già in situazione meteo normale, rischiano molto? Ha senso correre negli stadi scoperti quando siamo in una situazione di impraticabilità come al Gillette Stadium? E se Cooper Webb non si fosse rialzato ed avesse perso la leadership del campionato per una gara come questa?
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