Settimo appuntamento con “Up &amp Down” la rubrica di Enzo Tempestini che si apre con una considerazione sul parapiglia avvenuto dopo la seconda manche della MX2 ad Agueda in Portogallo: quanto si è visto, non lo vogliamo più vedere…

Goncalves – Herlings – Tonus (pilota e Padre)
Tutti abbiamo visto, tutti sappiamo cosa è successo. Nello sport certi comportamenti sono da punire, punto e basta. Questa la premessa e nonostante la diretta conoscenza degli interessati che, presi singolarmente e in condizioni di vita normali possono essere le persone più buone del mondo, certe cose non le vogliamo più vedere. Rui è un ragazzo tranquillo e sarebbe stato difficile scommettere su una sua reazione come quella vista nel GP di casa sua. Ma è successo. Herlings è esuberante lo sappiamo ma è pur sempre un ragazzotto diciassettenne poco più. Arnaud Tonus idem, ma quando ci si mette di mezzo l’agonismo, la tensione e l’adrenalina, tutto può succedere. Se quello di Goncalves è stato di certo il classico fallo di “reazione”, non è stato invece lo stesso per il comportamento di Herlings che, a freddo e dopo parecchio tempo dalla bandiera a scacchi, si è presentato in maniera irriverente di fronte alla famiglia Tonus (pilota e padre) per “complimentarsi” ironicamente con loro. Dallo “sfottò” al passare alle mani il passo è stato breve, se poi ci si mettono anche degli “apostrofi” su familiari (la sorella di Tonus è, o forse a questo punto “era”, la fidanzatina di Herlings) allora la cosa si fa grossa. Se poi chi ti trovi di fronte è anche un ex campione di qualche specialità che ha a che fare con le basi del pugilato (Tonus padre), il gioco è fatto e la rissa diventa inevitabile. Come invitabile a questo punto diventerebbe un forte gesto della Federazione Internazionale che, prova TV alla mano (caso Goncalves) e testimonianze varie (Caso Herlings-Tonus) dovrebbe in qualche modo prendere in mano il regolamento e squalificare i “protagonisti” di questi episodi che, ragioni o torti dei singoli a parte, come gesti, sono solo ed esclusivamente da condannare. Facendo un passo indietro, la mente ci torna repentinamente a Saint Jean d’Angely 2005, qualifica del sabato: Due curve dopo la partenza, Cairoli e Guarneri, nelle prime posizioni, con Guarneri che piomba addosso a Cairoli e lo stende. Antonio si rialza e come vede Guarneri ai suoi piedi, ancora a terra, capisce che l’autore della sua caduta era stato il connazionale e lo scalcia più volte. Cairoli riparte e finisce quinto la qualifica. A fine gara, piloti e relativi manager richiamati all’ordine e dopo ulteriori discussioni e parapiglia tra tutti, è stata comminata la squalifica alla gara per Cairoli (che perse la leadership ma che vincerà lo stesso il suo primo titolo). Provvedimento esemplare a prescindere. Non siamo nel calcio, e non vogliamo nominarlo se non per il provvedimento che qualsiasi arbitro avrebbe preso immediatamente dopo gli episodi che si sono verificati sulla pista di Agueda. Squalifica!
Condannati!

Clement Desalle
Il vallone conquista il terzo GP di fila sulla terra rossa di Agueda ma sale sul podio senza il minimo sorriso. Recupera tre punti su Cairoli ma dopo aver surclassato tutti in gara 1 e aver preso il comando della seconda manche in modo perentorio, forse non si aspettava il calo fisico che lo ha costretto a mollare la presa e finire la manche al terzo posto.
Deluso

Gautier Paulin
Debuttante ma non timoroso, di nulla e nessuno. Nella prima manche perde contatto con i primi dopo la partenza e non riesce a contenere Cairoli ma è in gara 2 che mette a segno il suo capolavoro dopo aver ripreso il comando su Desalle in calo fisico. Nell’ultimo giro ha risposto alla grande all’attacco del “mastino” Cairoli che lo aveva messo nel mirino per togliergli la seconda vittoria di questa stagione che invece, si è ripresa dopo il sorpasso del siciliano con una manovra decisa e significativa.
Sfrontato

Antonio Cairoli
Erano due anni che non vinceva in Portogallo e la sua “delusione” a fine gara era palpabile. Freddo calcolatore anche nelle fasi più concitate aveva fatto due conti e sapeva che, con la vittoria della seconda manche, sarebbe risalito sul gradino più alto del podio di Agueda dopo le quattro vittorie precedenti (2005, 2007, 2008, 2009). La manovra non gli è riuscita, complice un Paulin veramente coriaceo, ma Antonio è sempre più leader di questo campionato.
Affamato

Christophe Pourcel
Veloce, tecnico e talentuoso, questo non si discute, ma il francesino tutto genio e sregolatezza, crolla in gara 2 sotto i colpi di Paulin, Cairoli, Desalle. Dopo il secondo posto della prima manche è partito a razzo nella seconda e sembrava poter prendere il largo fino a quando, a circa metà gara, ha mollato fisicamente. CP377 è risaputo, non ama molto allenarsi duramente ma se poi, prende “schiaffi” come quelli di Agueda-gara2, non deve lamentarsi.
Svogliato

David Philippaerts
Azzecca alla grande la partenza della prima manche e si presenta alla seconda curva appaiato a Desalle in testa al gruppo. Nella discesa successiva si “incarta” in un mucchio di piloti e deve ancora recuperare dalle retrovie: dodicesimo. Nella seconda manche da tredicesimo al primo giro recupera fino al nono posto finale con un problema alla frizione.
Deve crederci ancora.

Evgeny Bobrhyshev
Potenzialmente al top, praticamente fuori dalla top ten. Il russo in sella alla Honda super ufficiale, non morde come dovrebbe e compromette il GP mentre era in testa alla qualifica del sabato con autorità. Cade malamente commettendo un errore e deve allinearsi alle gare a fondo gruppo. Nella prima manche ci si mette anche il suo motore a fare le “bizze” che dopo essersi spento non gli riparte e lo costringe alla resa. In gara 2 non prende il ritmo giusto e da decimo rimonta fino al settimo posto.
Deconcentrato

Davide Guarneri
Veloce e consistente nelle prove e nella qualifica del sabato alimenta in lui e nella squadra ottime speranze per la gara ma la domenica porta a termine la prima manche, che poteva essere la sua migliore fino a questo punto del campionato, all’undicesimo posto, cedendo due posizioni agli avversari nelle ultime battute. Nella seconda manche è autore di un clamoroso fuori pista fortunatamente per lui privo di conseguenze e chiude sedicesimo.
Distratto

Matteo Bonini
Ritorna in gara dopo le “pene” alla mano destra infortunata e rimedia due punti nella prima manche. La condizione fisica è quella che “passa la casa” ma il “Bony” mostra la voglia di voler far bene. Le capacità le ha, i mezzi pure, speriamo solo nel prosieguo di stagione senza ulteriori intoppi
Bentornato

Dawid Ciucci
Scelta forzata per lui la MX1 dopo essere stato escluso da quella che dovrebbe essere la sua cilindrata più consona. In Portogallo cade durante la qualifica del sabato e riapre una vecchia frattura al polso destro. Dawid è salito sulla 350 ma per il momento i panni del pilota in MX1 sembrano un po’ larghi per lui.
Fuori misura

Jeffrey Herlings
Come pilota non si discute. Vince il GP nonostante il presunto “complotto” contro di lui. Come “uomo” non vale la pena nemmeno prenderlo in considerazione. È un ragazzino irriverente e questo lo sanno tutti. Speriamo solo che qualcuno lo istruisca a dovere su tempi, metodi e comportamenti di uno sportivo, di quelli veri.
Moralmente squalificato

Tommy Searle
Le partenze, il suo tallone di Achille. Ha un mezzo reattore marchiato “Pro Circuit” sotto il sedere ma al via lo sfrutta sempre male. Il ritmo di gara è sempre elevatissimo e partire penalizzato di manciate di secondi non aiuta di certo l’inglese a recuperi facili. Vince la seconda manche grazie “all’aiutino” di Pocock che rallenta Herlings e cerca con tutte le sue forze di recuperare terreno su Herlings anche se non da l’impressione di poterlo fare facilmente.
Grintoso

Jeremy Van Horebeek
L’olandese vive all’ombra del suo capo squadra Herlings ma continua in un campionato esaltante per lui e per la KTM che si trova due moto sul podio virtuale di campionato. “The Jerre” soffre un po’ nella seconda manche ma rimane attaccato al terzo posto in campionato.
Ottimo

Max Anstie
Sfiora un podio che sarebbe storico per la Honda che in MX2 “latita” dal tripode da troppo tempo. Il “rosso” sulla “rossa”, che in realtà è la Honda “nera” di Gariboldi sta migliorando e potrebbe presto regalare e regalarsi qualche bella soddisfazione.
Positivo

Dylan Ferrandis – Romain Febvre
Attenti a quei due. Francesi (e ti pareva) giovani, rampanti e veloci. Ferrandis non è nome completamente nuovo, Febvre quasi, anche se ha vinto l’europeo MX2 dello scorso anno. La scuola transalpina porta ancora nomi nuovi alla ribalta.
Pericolosi

Lupino-Zecchina-Cervellin-Monticelli-Zeni
L’esatto lato opposto della “medaglia francese”. Il “Lupo” influenzato limita i danni portando a termine la seconda manche al decimo posto (doppiato). “Zecca” prende il primo punto del 2012 ma deve lavorare e molto. Per il resto “zero” punti anche stavolta e speranze (di risultato) che si affievoliscono con il passare delle gare.
Innocui

 

 

 

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