Proprio ieri abbiamo avuto occasione di sentire al telefono David Philippaerts e ci è apparo molto sereno e tranquillo: in partenza per il Belgio dove lo attende una bella serie di allenamenti su sabbia per preparare sia la gara di Dublino (il terreno è morbido) che Lierop, David ci ha detto di essere di nuovo carico e che il periodo in cui le cose non giravano per il verso giusto è ormai passato. Oggi ci è giunta questa intervista di presentazione del GP di Faenza, ultima prova del Mondiale 2008, che potrebbe assegnare il titolo della MX1 solo all´ultima manche.

Il Gran Premio di Faenza Città delle Ceramiche che il 13 e 14 settembre prossimi assegnerà i titoli mondiali delle classi MX1 ed MX2, le più importanti del fuoristrada è ormai imminente. Cominciamo oggi, soprattutto per gli amici della stampa non specializzata, un ciclo di presentazione dei principali protagonisti del motocross internazionale. Grandi piloti, campioni in grado di far volare le loro moto nei cinque continenti, sparando terra rovente dai tasselli e creando emozioni che nessuno sport meccanico è mai riuscito ad eguagliare. Per primo parla David Philippaerts, il 24enne toscano, dal cognome fiammingo e dalla ‘manetta’ romagnola, cresciuto nella factory di Andrea Bartolini, il Campione del mondo imolese della 500cc, del quale Philippaerts è pronto a raccogliere il testimone, conquistando quest’anno il titolo della classe regina MX1.

David, in Repubblica Ceca hai riconquistato la testa del Campionato quando ormai tutto sembrava perduto, come è stato possibile?

«E’ stata una gara fantastica, ancor più preziosa se pensate che in Gara 1 ero caduto quando mi trovavo nelle prime posizioni, sono finito a terra e ripartito dalla 21esima poszione. Sono riuscito a rimanere calmo, ho ragionato, ho reimpostato la gara su Steve Ramon, avevo calcolato che dovevo piazzarmi almeno quinto per conservare qualche possibilità di rimanere in corsa per il titolo mondiale. Quando ho capito che potevo passarlo l’ho fatto e così ora è lui ad inseguirmi in Campionato».

Parliamo della moto, la Yamaha 450 del team Rinaldi, proprio recentemente modificata.

«E’ davvero una gran moto, le ultime modifiche al motore mi regalano ora una potenza devastante. Pensate che in Repubblica Ceca andavo a cercare traiettorie impossibili per riuscire a scavalcare i più forti davanti e uscivo sempre pulito. La Gara 2 è stata come un allenamento, ho passato subito lo spagnolo Barragan e ho guidato senza badare agli inseguitori, cercando di ripetere gli stessi tempi sul giro. Ho dimostrato che non sono un pilota ‘utilitarista’ in grado solo di raccogliere punti ma sono capace anche di vincere».

Il 31 agosto correrete in Irlanda, a Dublino, difendi il vantaggio di 7 punti in classifica, come affronterai questa gara?

«Dublino è una pista completamente inedita, sia per me che per i miei avversari, dovrebbe essere un circuito sabbioso, con molti salti, alla maniera degli irlandesi. Correre in Irlanda non mi dispiace e l’anno scorso terminai terzo, ma eravamo a Belfast e non sono possibili confronti. L’importante sarà mantenere il controllo della gara e soprattutto la tabella rossa».

Settembre sarà il mese cruciale, prima Lierop in Olanda, poi il 14 Faenza dove potresti vincere il primo titolo mondiale della classe MX1 per l’Italia, ci stai pensando? 

«Ovviamente, Lierop è sabbia profonda e in teoria favorisce i miei avversari, ma a Lommel in Belgio, in condizioni analoghe ho visto cadere più volte i cosiddetti sabbiaioli, temo Ramon anche se ha dichiarato alla stampa belga che si sente fuori dai giochi, Barragan che è molto in forma e Coppins che non molla mai. Per  Faenza è una pista e una città che amo, dove mi sono allenato decine e decne di volte, so che tutti stanno lavorando per preparare un grande evento, io cercherò di fare la mia parte, statene certi…».