Molte volte abbiamo cercato di capire il fenomeno energy drink, ma ci siamo sempre trovati di fronte a qualcosa di inspiegabile dettato da moda, immagine, pubblicità o come volete chiamarla. Insomma bevi Red Bull e sei alla moda, tanto che ormai al pub ordinare una vodka Red Bull fa figo. In Europa il fenomeno non è così complesso come lo è invece negli Stati uniti dove solo negli ultimi 12 mesi sono stati lanciati 130 nuovi energy drink. La “leggenda” racconta che la più popolare tra le bevande, derivi da un infuso tibetano che i monaci offrivano ai pellegrini che facevano visita ai templi e che sia stato riprodotto chimicamente in laboratorio, il resto è solo e soltanto una attenta e veramente capace gestione del marketing che oggi vede Red Bull addirittura proprietaria di due teams di Formula Uno e presente ormai sotto forme differenti in ogni sport. Centinaia, forse migliaia di atleti sono supportati dai vari energy drink, chi economicamente chi solo con la fornitura della bibita, ma sicuramente sfoggiare un bel logo con il toro rosso sulla mentoniera del casco da cross fa immagine.
Le nostre fonti sono di provenienza USA e ci segnalano un fatturato che nei primi 9 mesi dell’anno aveva sfiorato i 600 milioni di dollari!!! Poco gassati, più o meno dolci, una bella botta di energie, colorati nei modi più disparati, gli energy drink sono il nuovo businness di questo avvio di secolo tanto che stanno rimpiazzando sulle carene delle auto, delle moto, i marchi dei tabaccai che si stanno facendo da parte.
Ma quanto fatturano le aziende principale che si sono lanciate in questo business? Cifre incredibili. I dati che abbiamo trovato da Beverages Co. sono i seguenti e riguardano le 5 principali aziende.
Red Bull 261 milioni di dollari con un incremento rispetto all’anno precedente del 22%, Monster 81 milioni con un incremento del 118%, Rockstar 66 milioni ed un più 76%, Full Throttle 40 milioni con incremento del 131%, Sobe No Fear 31 milioni con incremento del 81%. Cifre da capogiro… I dati sono riferiti alle lattine piccole e medie escludendo le XX Large che rappresenteno comunque una bella fetta di mercato in quanto sono richiudibili per cui conservabili anche a casa in frigorifero e sono altamente convenienti.
Per quanto riguarda i nomi ce ne sono per tutti i gusti, oltre ai più conosciuti menzionati, ne esistono disparati, con nomi più o meno ammiccanti: Nos, Who is your Daddy, Power, Adrenaline, fino ad uno degli ultimi chiamato Coacaine, ben 350 volte più potente del Red Bull, messo però al bando dalla catena dei 7-Eleven, vero paradiso per i consumatori di energy drink, in quanto potenzialmente dannoso.
In Europa, il fenomeno non sembra ancora aver attecchito e Red Bull la fa da padrone senza che alcun concorrente possa nemmeno lontanamente immaginare di creare problemi alla lattina grigio/azzurra che impazza.
Se guardiamo al nostro sport, senza andare lontano, Tony Cairoli è supportato da Red Bull così come il team KTM e quindi un altro italiano, David Philippaerts veste i colori Red Bull. Negli Stati Uniti la totalità dei piloti di primo piano è supportata da un energy drink. Carmichael, Stewart, Reed, Villopoto, McGrath, Pastrana, solo per citarne qualcuno sono marchiati con il logo di un energy drink con Monster che la fa da padrone.
Insomma, energy drink, affari d’oro…