Il nostro eccentrico opinionista si fa sentire…
Nicola Paoletti, akà Sick Paulbeds, scrive la sua opinione riguardo a quanto accaduto ad Anaheim 2 ed alla bandiera nera toccata a Chad Reed. Naturalmente lo fa a modo suo…
Sta facendo molto discutere il contatto che c’è stato tra Trey Canard e Chad Reed, durante il terzo Main Event della stagione del Supercross, in cui con una manovra avventata, nel tentativo di passare un tratto di curva-controcurva monotraiettoria, Canard è planato letteralmente addosso a Reed.
Il Supercross ed il Motocross, sono sport in cui il “contatto” è all’ordine del giorno, anzi le sportellate sono quasi una prerogativa che rende ancora più adrenalinico uno sport “maschio” e, non me ne vogliano le grintose ragazze che ci danno un gran gas.
Quello che sorprende e che divide i veri appassionati di Supercross, è quello che è accaduto dopo: la reazione di Reed, che ha incassato una bella bandiera nera, la prima della sua carriera. Di black flags, nel nostro sport se ne vedono veramente poche, bisogna davvero tenere un atteggiamento molto scorretto per meritare la squalifica immediata durante la gara, solitamente vengono prese decisioni a fine evento e qualche volta i piloti vengono multati o retrocessi in classifica, ma quasi sempre a gara conclusa.
La reazione di Reed, è vero, è stata sbagliata e palese, ma ha le sue attenuanti. Il comportamento di un professionista a volte viene sopraffatto da una naturale esplosione di adrenalina, dovuta all’incazzatura per quello che è appena accaduto. Forse il fatto che la reazione sia esplosa proprio sotto al palco di John Gallagher (Ufficiale Funzionario FMI) ha portato alla decisione della bandiera nera. Qualora Reed avesse steso Canard dall’altra parte dello stadio, lontano dallo sguardo della FIM, il tutto sarebbe probabilmente stato gestito diversamente con un boato del pubblico che vuole vedere proprio questo.
Ma guardate il video con attenzione: Canard ha corso un bel rischio ed a mio avviso ha fatto la classica “cazzata” di chi non riesce a passare e perde le staffe. Del resto superare un pilota di esperienza come Reed non è uno scherzo.
Trey, che nel corso della carriera si è già fatto male più volte, non ha avuto la lucidità per capire che quel tentativo di sorpasso avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Reed era quarto, stava conducendo una gara in una posizione mai occupata nelle prime tappe della stagione ed ad un certo punto si sente planare una moto sulla schiena… Incredulità, spavento, incazzatura, si fondono in un istante, Canard riparte, Reed lo punta, lo porta all’esterno e gli da una gomitata, nulla di che in confronto a quanto si è visto negli anni in cui il Supercross era pura bagarre, ma il tutto viene amplificato dal fatto che il pilota Honda si sta togliendo un tear off, perde il controllo della moto e si ribalta sulle delimitazioni, enfatizzando un episodio che avrebbe portato solo a qualche giro di sportellate e qualche block pass per il divertimento di tutti.
La bandiera nera è cosa molto “estrema” nel nostro sport e, dal mio personale punto di vista, in questa occasione è stata un’esagerazione. Per il maldestro tentativo di sorpasso, anche Canard avrebbe dovuto essere squalificato.
La mia memoria di amante del Supercross americano, mi ricorda che Kyle Chisholm la vide sventolare con pieno merito nel 2009, quando in maniera spudorata compì una manovra per avvantaggiare il suo compagno di squadra James Stewart, ostacolando di proposito Chad Reed, mentre veniva doppiato per la seconda volta (al minuto 5:10)
Kevin Windham e David Vuillemin nel 2005 vennero messi “sotto osservazione” nella gare seguenti per questo contatto, ma non ci fu bandiera nera.
Nel 2012 Dean Wilson ed Eli Tomac, se le diedero di santa ragione, ma non ci fu nemmeno un richiamo e Wilson ci lasciò spalla e campionato
Memorabile la sfida tra Jason Lawrence e Ryan Villopoto che se la cavarono con un’ammonizione ed una multa simbolica quando durate le prove del sabato, si ostacolarono palesemente e più volte, prima che RV2 gli lanciasse la moto addosso ed i due finissero rotolando a terra azzuffandosi come dei gatti inferociti.
E che vogliamo dire di Tyler Evans, un vero “animale”?
Le 4 tempi hanno portato tanta velocità nel Supercross, che fino a qualche stagione fa, non erano nemmeno immaginabili. Ora i contatti, si pagano molto cari. Guardate questa incredibile gara di Seattle 1990, dove Larry Ward e Jeff Matiasevich danno vita ad una delle gare più memorabili della storia. Nessuna squalifica, penalizzazione o bandiera nera.
Per tirare le somme, Canard poteva risparmiarsi di dare della “fighetta capricciosa” a Reed “Oh you’re just a crybaby!”. Trey forse farebbe meglio ad andarsi a riguardare qualche gara del passato in cui Reed, faceva a spallate con Carmichael, Stewart e Windham ed il tutto era all’ordine del giorno e nessuno frignava. Tu me la dai, io te la torno e se posso, più forte…
Canard non è nella posizione di dare della piagnucolona ad un pilota che ha fatto la storia del Supercross degli ultimi anni. Le fighette non sono come Chad Reed, forse il vero bambino capriccioso è proprio lui, che dopo essere saltato addosso a Reed, pretenderebbe di averla vinta, ma si è preso uno “scappellotto” che lascia il segno. Reed ha sicuramente frenato l’istinto di stenderlo, rifilandogli solo una sportellatina, che non per colpa sua, ha avuto il devastante effetto di far cappottare Canard sulle delimitazioni, ma se il Red Rider non è in grado di stare in piedi, questo è affar suo.
Mi sembra il classico comportamento del bambino capriccioso che porta il pallone alla partita e vedendosi in difficoltà con i compagni, conclude il tutto con il comportamento plateale di riprendersi il pallone e chiudere i giochi a suo volere andandosene a casa.
Carissimo Trey, se c’è un bambino frignone in tutto questo, sei tu, non un duro come Reed, che forse è stato fin troppo bonario a darti “solo” una spintarella come per dire “oh ma che c*** stai facendo?”.
Questo video ricorda i più leggendari “confronti” tra piloti con gli attributi al posto giusto e, nessuna azione è stata sanzionata con bandiere nere.
In conclusione, anche se penso che la bandiera nera sia stata una scelta frettolosa ed esagerata, presumo sia stata esposta per evitare in futuro, reazioni troppo palesi tra piloti. Nel mondo della mia passione, dopo quanto è accaduto all’Angel Stadium di Anaheim, Reed si conferma un pilota con le palle che non si lascia mettere sotto e pretende rispetto, Canard è proprio la signorina con tacco 12 che inciampa e finisce al tappeto.
Naturalmente questo è solo il mio punto di vista, condivisibile o no, ma a me MI piace il Supercross “maschio”…