Continua il “Storm Trip”, il viaggio di Enzo Tempestini nel mondo del Motocross USA). In questa putata Enzo ci presenta uno dei tecnici di sospensioni più apprezzati del pianeta, Ross Maeda e la Factory ENZO Racing.
…continua dalla seconda puntata… (se l´hai persa clicca qui)
…passata la “sbornia” del “first ever SX event” (della mia prima gara di supercross di sempre) si tratta di organizzare gli spostamenti della settimana in California. Cosa si fa? …
Domanda imbarazzante, c’è solo da scegliere quale “via” prendere e siccome la via che da Anaheim porta verso Temecula, Corona e dintorni, passa nelle vicinanze di Santa Ana, dove si trova la sede della ENZO Racing, la programmazione del primo spostamento è presto fatta: si passa a salutare Ross Maeda, boss e fondatore della factory legata al marchio KYB che da oltre un ventennio si prende cura delle sospensioni dei migliori piloti USA. Questo “meeting” non nasce per caso ma era nei programmi da prima della partenza per gli States. Ross Maeda, ha un forte legame con l’Italia, dall’origine della sua azienda fino all’amicizia che lo lega con uno di noi, uno del nostro ambiente che risponde al nick name di “Cabro” al secolo Claudio Cabrini da Cremona.
È stata tutta “colpa” sua se Ross ci ha dovuto sopportare per un paio di ore buone in una chiacchierata che da semplice saluto è diventata una sorta di confessione a 360 gradi su una varietà di cose e situazioni che a volte ci ha impressionato per vastità ed intensità degli argomenti. Una volta raggiunta la sede della factory “molleggiata” passare dal convenevole saluto di circostanza, al racconto di come Ross ha iniziato la sua attività è stato facile (ringraziando il nostro amico comune Claudio Cabrini via sms che rispondeva con un eloquente “ti odiooo” che faceva capire quanta invidia in quel momento lo attanagliava, dato il fatto che lui era nella nebbiosa e fredda Cremona e noi in California a spassarcela, lavorando).
“Era il 1980 e mi trovavo in Europa per seguire i GP di Inghilterra, Francia, Belgio, Austria e Germania quando ho conosciuto Enzo Battaglia. Un italiano dalle mille risorse che aveva gia in mente qualcosa di rivoluzionario a livello di sospensioni. In quell’epoca non era una cosa da poco e da li iniziò a girarmi per la testa di intraprendere la strada del preparatore di forcelle e mono”
Questo è stato l’inizio di come Ross ci ha fatto capire in due parole come è nata la ENZO Racing. Ma noi ne vogliamo sapere di più: tutto qui?
“Effettivamente è tutto qui, o quasi! Prima di avvicinarmi al mondo delle sospensioni, ero un pilota professionista con discreti risultati ma con il passare del tempo facevo sempre più difficoltà a rimanere nei vertici delle classifiche e nel frattempo un mio amico giapponese mi ha offerto la possibilità di iniziare a fare dei test per Kayaba. Dopo qualche anno questo lavoro inizio ad appassionarmi e decisi di approfondire le conoscenze verso le sospensioni che cominciavano ad essere determinanti per i piloti di alto livello. Fu proprio in quel periodo che, dato l’enorme sviluppo che si verificava nel comparto sospensioni, la Kayaba decise di inviarmi in Europa per sondare il terreno in quella che era la terra nativa del motocross. Durante la mia permanenza in Europa ho lavorato a contatto dei più grandi piloti di quel tempo ad iniziare da Roger de Coster “the man”. Con Roger c’è stato un buon feeling e nel periodo che sono stato in Belgio ho fatto base nelle vicinanze di casa sua. In seguito ed anche se dopo parecchio tempo, sono ritornato più volte in Europa e sempre con estrema soddisfazione. Nel 2006 ho fatto parte della spedizione del Team USA al Motocross delle Nazioni a Matterly Basin, in Inghilterra ma tutte le altre volte sono sempre passato per l’Europa per lavorare per la ENZO Racing che da 8 anni ha anche una base in Svezia la ENZO SWEDEN/MANSSON RACING.”
Quindi, la ENZO Racing nasce da un’idea di un italiano, cresce in America ma è presente anche in Europa:
“Proprio cosi. E non solo Europa ma anche Brasile e Canada”
Il legame con l’Italia è forte: “Fortissimo. Enzo Battaglia fu il mio ispiratore e decisi di dare questo nome alla mia azienda perchè in chiave di lettura Americana aveva un suono simpatico ed era anche facile da memorizzare, poi nel 2007 ho conosciuto Claudio (il Cabro) che insieme a Vitto Cavuoti di Spazio Moto mi ha aiutato a trovare una moto per potermi divertire e sono tornato anche nei due anni successivi.”
A questo punto manca solo la Enzo Italy: “Sarebbe bello, ma c’è gia, tu sei Enzo Italia! (e ride)”
Prima di approdare a team ufficiali, tutti i più grandi piloti sono passati nelle tue mani di preparatore di sospensioni, hai un legame particolare con le factory giapponesi di sospensioni e anche di moto, possiamo dire che di motocross te ne intendi? “Si un pò si, ma non molto (e ride ancora)”
Allora dato che come si dice in Italia, “qualcosa ci capisci”, secondo te, come è cambiato il motocross nel corso di questi ultimi venti anni?
“È cambiato completamente più volte. Ci vorrebbe una giornata intera per discutere di questo. I cambiamenti più importanti li abbiamo vissuti a cavallo degli anni 80-90 quando il Supercross è cresciuto in maniera incredibile facendo scuola nel mondo. Poi l’avvento delle moto 4 tempi che hanno completamente rivoluzionato le tecniche sviluppate in oltre 40 anni.”
L’avvento dei 4t è stata una cosa positiva o no:
“Secondo me assolutamente no. Sono aumentati i costi in maniera spropositata, una volta tutti potevano permettersi la moto. La gestione era semplice, tutti erano meccanici, con pochi dollari cambiavi il pistone e avevi il motore nuovo. Ora devi per forza affidarti a specialisti, se si rompe un motore costa troppo rimetterlo in sesto. Queste situazioni non sono state positive per continuare a muovere tutte quelle persone che il motocross muoveva fino a pochi anni fa.”
Il ritorno al 2 tempi può essere una soluzione: “Il ritorno al 2 tempi non penso sia più possibile. Oramai l’era è cambiata e il 4 tempi non verrà più sostituito.”
Dobbiamo rassegnarci allora: “No, spero di no. Ci vorrebbe una politica da parte delle aziende costruttrici che permetta di avere dei prezzi di mercato delle moto accessibili a tutti, ma questo non è facile, soprattutto da parte dei colossi giapponesi.”
Moto cinesi, l’alternativa: “Perchè no! Se i cinesi iniziassero a fare delle moto performanti, inizialmente anche non al pari delle giapponesi, con le quali i cosiddetti “amatori” potessero avvicinarsi al motocross a costi accessibili, tutto ritornerebbe ad avere una nuova vita. Ripartirebbe un mercato. Chi vuole fare motocross per passione non è detto che deve farlo per forza con una moto super preparata da 10.000 dollari. Per divertirsi ne basterebbero anche la metà!”
A questo punto la piacevole chiacchierata con Ross finisce. I suoi uomini all’interno della factory lo reclamano più volte ed il lavoro incombe. A malincuore dobbiano salutare un uomo che nel tempo è diventato un’icona del motocross negli States e non solo ma prima diamo una sbirciatina veloce nella sua factory (dove ci sono anche delle zone off limits che abbiamo potuto ammirare ma ovviamente non fotografare per questioni di…. privacy!)
Ciao Ross, è stato veramente un piacere conoscerti e scoprire da vicino la tua azienda, speriamo solo di rivederci presto!
“Ciao Enzo, spero anche io di rivederti presto e se torni in California cerca di convincere Claudio a venire a trovarmi, vi aspetto!”
Un sentito ringraziamento a Ross Maeda per la disponibilità dimostrata ad ospitare il nostro Enzo, ma un ringraziamento va anche al “Cabro”… E´ sempre colpa sua…