La popolarità che Antonio Cairoli ha raggiunto tra gli appassionati di motociclismo, grazie alle sue vittorie e imprese si è misurata oggi a Misano Adriatico, dove il Tonino nazionale ha seguito da ospite il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, 13° prova della MotoGP.
Cairoli è stato accolto da grandi ovazioni, saluti, complimenti, strette di mano e richieste di autografi. Alla pari, se non più, delle altre star presenti, Marco Materazzi e Cesare Cremonini ed ha partecipato in diretta su Italia Uno al talk show Fuorigiri che segue a caldo il GP. Nel corso della sua visita in sala stampa lo abbiamo avvicinato per conoscere le ultime notizie in vista del 63° Red Bull FIM Motocross of Nations, che il 3 e 4 ottobre riporterà in Italia, all’Autodromo Daniel Bonara di Franciacorta (BS), dopo 23 anni di assenza, la più importante gara del mondo per il fuoristrada.
Per prima cosa come stai e quali sono le condizioni del tuo ginocchio sinistro, uscito un po’ malconcio dal GP di Olanda dove una settimana fa hai vinto il suo terzo titolo mondiale?
«Psicologicamente mi sento un leone, venire qui, ricevere i complimenti e il calore degli appassionati mi da una carica e una soddisfazione enorme. Arrivo dal Belgio dove martedì 1 settembre il professor Claes mi ha praticato un piccolo intervento in artroscopia a pulizia del ginocchio sinistro che mi infortunai in Sud Africa nel
Quando tornerai in moto?
«Claes mi ha prescritto 5 giorni di riposo assoluto che si concludono oggi. Non voglio forzare, affronterò il GP Brasile del 13 settembre come una piccola vacanza e come training per rimanere in forma in vista del Motocross of Nations».
Sui forum motociclistici molti tifosi che ti hanno visto su Italia Uno hanno mandato messaggi di tifo e complimenti, qui tutto l’ambiente l’ha accolta come un eroe, che effetto ti fa?
«Mi fa un effetto bellissimo perché vuol dire che la gente mi ha seguito, apprezza il mio lavoro e conosce il motocross. Credo che ci sia un enorme spazio di popolarità da conquistare per me e i ragazzi del cross. Bisogna comunicare e prendere esempio da grandi eventi come questo di Misano, lavorare tanto, non solo in moto, avvicinarsi al pubblico».
Domenica scorsa a Lierop David Philippaerts, Campione uscente, è venuto a fine gara spontaneamente ad abbracciarti, un segnale che il Team Maglia Azzurra al Nazioni sarà unito?
«Tutto l’anno io e David ci siamo sfidati senza risparmio, abbiamo resistito alle difficoltà, allo stress, per me in più c’è stato da digerire anche la fine del rapporto con la Casa costruttirice. L’abbraccio di David mi ha fatto molto piacere perché è un messaggio forte e chiaro. Il team è unito e con me Philippaerts e Guarneri può centrare l’obiettivo storico».
Hai dato uno sguardo alla formazione americana?
«E’ forte e non va sottovalutata, tutti e tre i piloti prescelti, Weimer, Dungey e Tedesco sono reduci dal National e sono molto allenati. Tedesco è una vecchia volpe della Open, mentre gli altri due sono i migliori giovani emersi dal Supercross Lites 250cc. Ma non ci sono solo loro, anche Germania e Francia hanno bei teams, ogni anno poi esplode una nazione nuova. Mi dicono che la pista sarà tecnica e all’americana. Per me no problem, sono i circuiti che amo…».