Se n’è parlato tantissimo all’inizio, poi sembrava tutto sfumato, alla fine è arrivata la conferma. Mattia Guadagnini è il pilota che insieme a Jeremy Seewer porterà la Ducati in pista per la prima stagione di MXGP.
Veneto di Bassano del Grappa, giovane perchè è classe 2002, da ragazzino ha fatto vedere grandi cose: ha vinto il titolo di Campione del Mondo Junior 125 nel 2019, una volta approdato al Red Bull KTM Factory Racing, è partito alla grande, ha vinto il MXoN con Cairoli e Lupino, poi troppe cose sono andare storte.

Mattia sta recuperando dal bruttissimo volo dell’ultima prova della MXGP di Spagna. E noi l’abbiamo raggiunto e naturalmente gli abbiamo rotto le scatole…

Prima di tutto come stai dopo la botta spagnola?
Sto bene, sono ancora a casa, ma sto recuperando dall’infortunio facendo fisioterapia e sono anche tornato in palestra. Avevo lussato la clavicola, non è stato necessario intervenire chirurgicamente, ma visti i precedenti infortuni, la spalla non era messa bene. Abbiamo lavorato sulla muscolatura e sulla stabilità della spalla. Ho già iniziato la programmazione per la prossima stagione, sono partito comunque dall’infortunio e tra una settimana circa conto di tornare in moto.

Quindi tra pochi giorni avrai il primo contatto sulla moto nuova: cosa ti aspetti di trovare salendo sulla Desmo450?
E’ una moto che sicuramente va sviluppata, non è ancora al livello delle altre factory ma ha una solida base. Ale e Tony (Lupino e Cairoli ndr) mi hanno confermato che la moto è a buon punto e che è stato fatto un grandissimo lavoro. Non vedo l’ora di provarla ed iniziare a il lavoro di sviluppo e messa a punto.

Cosa significa essere tra i primi a rappresentare Ducati nel MX?
Non essendoci mai stata nel MX, rappresentare Ducati è una cosa che non avevo in programma (ride), non posso dire che era il mio sogno di ragazzino, ma nel momento in cui il marchio si è affacciato al MX, ho provato ad immaginare un futuro come loro pilota. Ora che il tutto si è concretizzato posso dire che è un grandissimo onore. Vedere tutto quello che ruota attorno al progetto, alle persone che ci lavorano, sapendo quello che Ducati rappresenta nel Motorsport, per  tutti i tifosi del marchio, è un grandissimo onore ed una motivazione incredibile per lavorare duramente per sviluppare la moto e portarla possibilmente ed al più presto nella parte alta della classifica.

Le ultime stagioni sono state molto difficili, sei passato dall’essere un pretendente al titolo della MX2 a faticare in MXGP. Nel 2023 sei salito a podio in Spagna e poi di nuovo infortuni, con tanti alti e bassi. Cos’è successo e dove si trovano le motivazioni per non mollare e comunque tornare carico dopo gli infortuni?
Sto cercando di capirci qualcosa ancora adesso ma è complicato. All’inizio è stato tutto troppo semplice, ho fatto dei gran bei risultati e la stagione stava andando benone poi ad un certo punto, ho iniziato a sentirmi stanco, non riuscivo a mantenere la forma fisica e la lucidità.

Stanco dalle pressioni e dalle aspettative?
Non è stata la pressione, è stata proprio la stanchezza. La prima stagione della MX2 è stata dura dal punto di vista fisico. E’ tutto più professionale, la stagione è davvero lunga e nella seconda parte non vedevo l’ora che finisse. Anche negli anni successivi non ho mai sentito la pressione, probabilmente la mia voglia di fare bene, mi ha messo nei casini perché sono caduto troppo e mi sono fatto male. Gli infortuni non aiutano, perchè quando ti fai male le cose si fanno difficili e sempre più difficili. Ti serve tempo per riacquisire forma, velocità e fiducia, ma basta un’altra caduta che perdi tutto di nuovo. Sono processi che richiedono del tempo e nelle ultime stagioni non sono mai riuscito a tornare al 100%.

Qualche pilota ha deciso di parlare di piste e sicurezza, molti hanno preferito non dire nulla, tu che dici?
Chi sta rimanendo in silenzio avrà sicuramente la vita più facile. Ma quello che ha detto Jorge Prado sull’ultimo podcast è quello che dovremmo dire tutti. Correre nella MXGP non è divertente, in quelle piste in quelle condizioni di pericolo, senza poter superare, ormai non è più bello. Lo spettacolo ne risente e chi ci perde è il Motocross. Guardare le gare con i piloti che non riescono a superarsi non è più bello, ci sono molte piste che non sono all’altezza di un mondiale.

C’è qualcuno che sostiene che sei troppo sui social e ti alleni poco. Cosa diciamo a queste persone?
Vorrei poter vedere quanto tempo passano sui social queste persone. Sicuramente io uso meno il telefono di quelli che commentano la vita degli altri. Non ho molto da dire a queste persone perché non saprei nemmeno come affrontare una conversazione e, non so se sarebbero in grado di sostenerla. Però mi piacerebbe fare la loro conoscenza per invitarli ad una settimana di allenamento con me e vedere come tornerebbero a casa…

Ben detto Mattia! Senti, toglici una curiosità… Cosa si prova a partire davanti a Prado, Gajser, Febvre e Co, come hai fatto a Teutschenthal staccando l’holeshot?
Considerando che il campionato è arrivato ad un livello altissimo, partire davanti è una figata pazzesca (ride) e stare in mezzo a questi piloti è davvero emozionante. Però bisognerebbe partire davanti e restarci fino alla fine senza fare casino…

Ultima domanda: bionda o mora?
Non conta solo il colore ma da tante cose…
Non rossa? Ci avremmo scommesso…
Come per le moto, ci sono anche le prestazioni (ridendo9…
Grazie Mattia, sempre gentilissimo e disponibile. In bocca al lupo per il tuo recupero e buon lavoro sulla Ducati!
Un saluto a tutti i lettori e ci vediamo presto!