Essere pilota professionista di MX ai tempi del coronavirus non è facile.
A parlare in un video (purtroppo in lingua francese) è il cinque volte Campione del Mondo Joël Smets, ora direttore sportivo di KTM Red Bull, anche lui in quarantena nella sua casa di Dessel in Belgio.
Joel mette in risalto alcune criticità del essere un pilota professionista in questo momento di isolamento e limitazioni: poiché Infront Moto Racing, sembra che voglia portare a compimento il campionato MXGP 2020, ha spostato tutte le gare di questo inizio campionato da Giugno in poi, allungando di fatto la stagione fino al mese di Novembre, se non addirittura ancora più tardi. Alcuni piloti come Tony Cairoli e Jorge Prado, che fanno base in Italia, dopo la prova di Valkenswaard sono rimasti in Belgio per potersi allenare, ma in un momento come questo, in cui addirittura KTM ha chiuso la fabbrica in Austria, è davvero difficile.
E’ vero che alcuni piloti infortunati, avranno il tempo per recuperare, ma tutti gli altri dovranno adattarsi al nuovo calendario e cambiare i programmi di allenamento per non arrivare a Novembre con le batterie scariche. Inoltre, visto il particolare momento, bisognerebbe evitare qualsiasi rischio di infortunio che porterebbe un pilota all’ospedale. Jago Geerts, attualmente al secondo posto della MX2, ed in Team Yamaha Kemea, hanno deciso di abbandonare l’allenamento in bici per due settimane, per evitare ogni possibile rischio.
A noi suona come un “ma non è il caso di fermare tutto” o di ridurre drasticamente il Campionato 2020 a meno prove, nella seconda parte del’anno?