Chicco Chiodi è il pilota italiano più titolato a livello mondiale: tre sono i titoli mondiali che il bresciano, trapiantato in toscana, ha portato a casa ed ora, apprezzatissimo collaudatore, ha iniziato la sua nuova sfida con l´Aprilia.
L´intervista di Simona Bicelli è stata effettuata prima della gara di Montevarchi.

Three time world champion, non sono tanti quelli che possono vantare questo titolo…. ti senti un mito della nostra specialità?

No, ho fatto quello che mi piaceva fare e l’ho fatto bene.

Cosa si prova a diventare “Campione del “Mondo”? Tutti lo vorrebbero diventare ma pochi ci riescono…. cosa serve in particolare a parte ovviamente la manetta?

Sicuramente c’è tanta soddisfazione perché dopo tanti sacrifici è il risultato che uno vorrebbe raggiungere. Serve costanza, spirito di sacrificio e che le cose girino per il verso giusto.
I titoli Nazionali “contano” nell´ambiente? O sono dei “contentini” per quelli che non possono diventare campioni del mondo?

Contano comunque anche se ovviamente un titolo mondiale val 10 volte di più.

Riesci a ricordarti quanti titoli Nazionali hai in bacheca?

Dovrebbero essere sette…

Nella tua vita crossistica hai aderito alle molte sfide che ti sono state proposte, l´Husky 125, il Supercross, ed ora l´Aprilia. Quale di queste ti ha affascinato di più e quale “impaurito” di più?

Affascinato di più sicuramente il Supercross, impaurito nessuna in particolare.

Mx1 o MX2, qual´è la tua cilindrata preferita? Quella che ti calza a pennello?

I risultati migliori sono arrivati dalla 125-MX2 però anche la MX1 mi piace molto

Se non ti fossi rotto al Motor Show di Bologna, ti saresti trasferito stabilmente in USA per il SX? Avevi buone possibilità di far bene?

Quando mi sono fatto male a Bologna avevo già il conratto per il 2000 per correre in USA con Ferracci ed avevo avuto anche proposte interessanti con Pro Circuit e visto che le due gare che avevo fatto c’erano le possibilità di fare bene.

Quell´infortunio ha pesato gravemente nel proseguio della tua carriera, oppure quello che dovevi fare l´avevi già fatto?

In Europa avevo già fatto tutto, mancava il risultato negli USA, l’infortunio ha pesato comunque in modo considerevole sulla mia carriera nei due anni successivi…

Sei un pilota che nonostante l´età non più giovanissima per uno sportivo di alto livello, ed i tanti infortuni che ti hanno lasciato il segno, è molto ricercato da team e sponsor, questo significa che non si trovano giovani della tua pasta?

Qualche giovane ora c’è, speriamo che crescano parecchio ed il fatto che sia ancora ricercato mi fa molto piacere visto che continuo ad allenarmi duramente.
Hai mai avuto il desiderio per un attimo di abbandonare il tutto e dedicarti ad attività meno dispendiose del motocross?

Per il momento no.
Come si trovano gli stimoli per andare a letto presto quando i tuoi amici magari la sera escono e sei solo un ragazzino?

A me è sempre venuto naturale, forse era il mio destino e amavo tantissimo quello che facevo.
Hai rimpianti del tempo che non hai potuto dedicare alle attività che fanno (giuste o sbagliate che siano) i ragazzi di 18-20 anni?

No, nessun rimpianto..

Viaggiare a destra e sinistra e stare con il culo sempre sopra una moto, è stancante oppure lo fai con lo stesso spirito di 10 anni fa?

Mi diverto ancora anche se faccio un po’ più fatica di 10 anni fa…
Il motocross è uno sport “povero” come si dice, oppure no? È migliore per te rispetto a 5-6 anni fa?

Per me è rimasto sempre uguale ed è sempre stato uno sport povero.

Chiodi, Bartolini, Federici, ancora ci svegliamo la notte sognando questa squadra campione del mondo in Brasile nel ´99 davanti a tutti…. avevamo due campioni del mondo ed un vice, ma ci credevate veramente ad una possibile vittoria?

All’inizio no, però dopo le qualifiche ci siamo resi conto che potevamo anche vincere e siamo stati bravi a crederci fino in fondo.

E´ il più grande trionfo della storia del motocross made in Italy?

Penso sia stata una delle più belle vittorie per l’Italia.
Il tuo futuro è nell´enduro come si vociferava magari sempre con Aprilia? Oppure finito con il motocross hai voglia di una vita normale e recuperare il tempo che hai dovuto dedicare alle moto?

Non so chi ha messo in giro questa voce sull’enduro, non ci ho mai pensato e non ho ancora deciso quello che farò quando non correrò più in moto.

Esiste una cosa migliore di un motore di una motocicletta da cross a puntino che suona come un violino? Come si fa a farlo capire a tutti i rompipalle che cercano di limitare il nostro sport?

Per me non esiste nulla che può essere paragonato al Motocross e al suono di una moto da competizione: chi rema contro dovrebbe provare una moto da cross e magari provare a divertirsi, davvero non saprei fargli capire quanto splendido è il nostro sport.

Grazie Chicco, in bocca al lupo per questa nuova avventura bicilindrica.

Grazie a voi ed un saluto a tutti gli utenti di MxNews.

 

 


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Foto comunicato Aprilia