Ci siamo!

Si accendono i motori per il via dell’attesissima stagione MXGP 2019 e lo fanno dall’altra parte del mondo in Sudamerica, per la precisione in Patagonia a Neuquen nella zona Centro-Ovest dell’Argentina, area dai paesaggi incantevoli su una delle piste più belle a calendario, veloce e spettacolare, molto amata dai piloti.
L’attesa è finita e le risposte alle domande arriveranno già da questo weekend.
Proviamo a riassumere le due domande principali.

Chi sarà in grado di battere Jorge Prado?
Più che battere lo spagnolo Campione del Mondo MX2 2018, c’è da chiedersi chi riuscirà a tenere il suo passo. Jorge a metà della scorsa stagione ha preso coraggio e supportato da un team fenomenale capitanato da Claudio de Carli, ha iniziato a disturbare il compagno di marca Pauls Jonass, gli ha messo pressioni, tanto da farlo sbagliare in diverse occasioni e complice anche un infortunio, ha portato Jonass ad abdicare prima del tempo, comunque con onore, a causa di un infortunio.
Quest’anno Jonass non c’è più perché sarà in MXGP e non ci sarà nemmeno Thomas Covington, migrato negli States per non essere costretto a  mettere il “posteriore” sulla 450 come prevede il regolamento, quindi strada spianata per Prado o qualcuno tenterà di rovinare la festa?
Almeno sulla carta, Jorge dovrebbe essere il più forte e sinceramente non vediamo piloti in grado di metterlo in seria difficoltà, specialmente dopo quanto visto nelle premondiali in cui il pilota KTM è sembrato semplicemente imbattibile.
Certamente la lista dei pretendenti è di alto livello, ma solo a Neuquen capiremo se il divario tra “Prado e gli altri” è davvero così enorme come sembra: di sicuro ci proveranno Calvin Vlaanderen in sella alla Honda HRC, Ben Watson apparso in palla in questo inizio di stagione, Thomas Kjer Olsen con un anno di esperienza in più dulla Husqvarna Factory, Darian Sanayei sulla Kawasaki che lo scorso anno aveva ben figurato prima dell’infortunio, tutti piloti che mettiamo un gradino al di sotto di Prado, comunque con qualcosa in più di altri comunque velocissimi, tra cui Henry Jacobi sulla Kawasaki, Mitch Evans sulle Honda 114 Motorsport, Brian Hsu sulle Kawasa Bud Racing, Jago Geerts sulla Yamaha Kemea, Conrad Mewse sulla KTM Hitachi.
Sorprese? Da tenere d’occhio Tom Vialle, sulle KTM Factory, ma dall’altra parte della tenda, dove si parla più tedesco che italiano e speriamo nel nostro Michele Cervellin in sella alla Yamaha SM Action.
Non abbiamo nominato Jed Beaton, l’altro pilota Husqvarna, fermo per infortunio alla schiena.

In MXGP la domanda, almeno per noi italiani è “Ce la farà Tony a vincere il decimo titolo”?
Sicuramente l’assenza di Jeffrey Herlings ed il fatto che ad oggi è improbabile che l’olandese ce la possa fare per Matterley Basin (ma questo grande campione, ci ha abituato a tutto), di sicuro toglie temporaneamente a Tony Cairoli il più grande grattacapo.
Anche se Tony si è allenato in modo pazzesco per cercare di essere ancora più veloce e giocarsela con il compagno di marca, battere Herlings è sempre complicato anche per uno che si chiama Cairoli ed ha 9 titoli in bacheca. Ma una stagione completa, comprende anche gli allenamenti e gli infortuni fanno parte del nostro sport.
In ogni caso, assente Herlings, i clienti per Cairoli, sono ugualmente di altissimo livello, due in particolare a nostro avviso: Tim Gajser e Romain Febvre. Lo sloveno del Team Gariboldi che lo scorso anno aveva subito un bruttissimo infortunio agli Internazionali d’Italia, ma nel corso della stagione si è rivelato essere ancora un grande pilota. Quest’anno è in grande spolvero e l’ha dimostrato in pista nelle prestagionali in cui è andato davvero forte. Il francese ha lavorato duramente e nelle ultime settimane ha dimostrato caparbietà e velocità ma anche quella piccola vena di follia che da sempre caratterizza la sua guida irruenta, quando al via di Mantova ha sbattuto sul terrapieno di sabbia venendo catapultato davanti ad altri 39 piloti che stavano dando gas, uscendone praticamente miracolato. Il francese della Yamaha va forte ma deve tenere la situazione sempre sotto controllo.
A nostro avviso tutti gli altri sono uno step più in basso e difficilmente lotteranno per il titolo.
Kawasaki: che dire di Clement Desalle? Ormai da una decina d’anni il belga è sempre lì a ringhiare e sgomitare per aggiudicarsi un posto sul podio e sicuramente anche quest’anno non si farà pregare. Il suo compagno di squadra Julien Lieber, deve ancora dimostrare tutto. In Kawasaki ma con Gebben c’è il nostro Ale Lupino con un mezzo infortunio al seguito, compagno di squadra di Benoit Paturel che però salterà questo inizio di stagione per l’operazione alle braccia. Resta in verde ma cambia team Tommy Searle che trova in Bos Factory anche Evgeny Bobryshev.
La Yamaha brigade è di altissimo livello e comprende anche Jeremy Seewer, compagno di Febvre promosso al Team Factory, Gautier Paulin che ha cambiato ancora una volta la moto ed ora sulla Yamaha Wilvo, torna sul quella blu con cui anni fa aveva davvero impressionato a Fermo al suo debutto in MXGP, come compagno di Arnaud Tonus, molto veloce prima di fermarsi per un infortunio alla spalla nel 2018. Ancora Yamaha per il debuttante il MXGP Brylyakov che farà coppia con l’eterno Strijbos il JWR.
Davvero ridotta la presenza delle Honda che oltre a Gajser, ripresenta Bogers, quasi del tutto assente nel 2018 a causa della caviglia infortunata.
Non che ne servissero altri oltre a Cairoli e Herlings, sulle KTM ci saranno anche Nagl con Sarholz, Tixier con VHR e Anstie, Monticelli e Coldenhoff, tutti e tre sotto ai colori Standing Construct con Ivo che ci lascia ben sperare dopo alcune performance di altissimo livello alle internazionali.
In Husqvarna Factory arriva Pauls Jonass, al debutto in MXGP, probabilmente non ancora pronto fisicamente dopo l’infortunio della scorsa stagione, ma con tanta voglia di lavorare ed arrivare al top anche nella classe regina. Il suo compagno di squadra sarà Arminas Jasikonis.

Forse la MX2 2019 non sarà così spettacolare, ma in MXGP sono previsti fuochi artificiali, con tre piloti che probabilmente hanno qualcosa in più, poi tantissimi factory riders (o quasi) pronti a darsi battaglia ad ogni manche: terminare dei top 10 non sarà per nulla uno scherzo.

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