Che ci volete fare… “The Voice”, Giancarlo “Riccio” Ricciotti in assenza di gare da commentare LIVE è disoccupato. La voce ufficiale del MX Italiano nel mondo, continua a mandarci i suoi commenti del dopo-SX, sempre corretto (sempre corretto da Lauretta che ribadisce di non assumersi responsabilità…)
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Che dire……. È un’opinione personalissima e vorrei parafrasare il Rag. Ugo Fantozzi quando diede la sua definizione al capolavoro di Eisenstein “la corazzata Potemkin”, ma sono una persona elegante è non lo faccio.
Però il Triple Crown non mi è piaciuto, anzi si… nel senso che da spettatore neofita vedere il triplo delle partenze è il top, ma da appassionato no, perché sappiamo bene che con gare più brevi è più difficile rimontare, chi è meno preparato riesce a fare comunque una buona figura, ma soprattutto si triplicano i rischi di ammucchiate in uno dei momenti più importanti per l’andamento della gara.
Poi alla fine, ad eccezione di quelli acciaccati e di altri sottoposti a pressioni psicologiche pesanti, i nomi al vertice sono sempre (quasi) gli stessi, con Seely che ha approfittato al meglio dell’opportunità che le tre partenze azzeccate gli hanno dato.
Grande rientro di ET3 che nonostante la sportellata di Anderson, dimostra di essere il più in palla, con JA21 che ha rovinato gran parte della serata con la disastrosa partenza di gara uno.
Poi Musquin, Wilson e diversi altri attenti a limitare i danni, JB51 che ha provato l’ebrezza di prendersi una spallata all’attacco di un triplo da 30 metri con conseguente atterraggio sul cemento, e lo spallatore di turno era CR22 che ancora non riesce a mettersi in evidenza in altra maniera.
Discorso diverso per KR94, tra dediche, caschi, abbigliamento celebrativo e dolore ancora presente non è riuscito a fare quello che sa fare e che ha già fatto nelle due gare precedenti, ma come non giustificarlo, anzi come non tributare una standing ovation per quello che ha comunque fatto? Invictus l’ha voluto stampato sui pantaloni, per ricordare agli altri e a sé stesso che la sua battaglia contro la possibilità, neanche tanto remota, di dover smettere di correre l’ha vinta ma adesso bisogna vincere la guerra.

P.S. anche in questa gara non ho visto frontini sacrificati sull’altare dello spettacolo ed è cosa buona, e sono stato elegante con Sergej Michajlovič Eisenstein perché in questi giorni ricorre il 120° anniversario della sua nascita.

 

 

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